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05/11/2022
Crociera | Scienza & storia

Il Gulf-Stream: tutta (o quasi) la verità sull'autostrada atlantica

Descritto dall'immaginario collettivo come un tunnel sottomarino che attraversa l'Atlantico, si dice che sia la forza motrice del clima europeo e americano e, forse addirittura del clima globale. Minacciato dal riscaldamento globale, la sua scomparsa porterebbe potenzialmente a disastri naturali e altri scenari che i registi di Hollywood hanno più volte immaginato e rappresentato nei loro film.

Come spesso accade, la realtà è meno sensazionale della fiction, ma non per questo meno preoccupante.

Tutti i mari e gli oceani del mondo sono attraversati da correnti sottomarine di cui nessuno si preoccupa più di tanto tranne alcuni ricercatori e climatologi (nota: trattasi spesso di scienziati per lo più dimenticati dalla scienza, senza il camice bianco e con pochi denari in tasca, ma che tuttavia svolgono missioni di ricerca essenziali per capire come funziona la nostra terra e come anticipare e prevenire problemi seri per tutti) tra tutte queste correnti sottomarine la corrente del Golfo è una delle più note.

Scopriamola meglio

“Gulf Stream” significa semplicemente “corrente del Golfo". E fino a qui va bene… Il suo punto di partenza, che drenando le acque calde dei Caraibi verso nord attraversa la costa orientale della Florida ed arriva fino a Capo Hatteras, è situato nel Golfo del Messico, il Gulf…

L’inizio del suo percorso costituisce un vero e proprio tunnel di acqua calda tra 24 e 28°C che misura da 30 a 150 km di larghezza ed è situato tra i 300 ed i 1200 m di profondità. Questa corrente viaggia a circa 9km/h e la differenza di densità dell'acqua la rende visibile a occhio nudo!  In questa parte iniziale del percorso, le sue caratteristiche la rendono all'altezza della sua reputazione, ed è probabilmente grazie a questo breve tratto che è così noto. Una volta raggiunto Capo Hatteras, incontra acque più dense, più fredde e meno salate del nord.

Qui entrano in gioco la chimica e la fisica e la cosa si complica un po’… Dirigendosi verso est comincia a perdere la sua intensità diluendosi nelle acque dell'Atlantico.

Perdendo la sua velocità, incrocia dunque la corrente del “Labrador” che è composta da acqua fredda. Poiché l'acqua fredda ha una densità maggiore di quella calda, il “Labrador” si immerge sotto il “Gulf Stream” (di acque calda), generando quindi un effetto di “aspirazione” o “risucchio” ed accelerandone ed estendendone la sua traiettoria verso nord-est. Dopo questo slancio, essa perde rapidamente velocità per finire alla deriva verso est, spinta unicamente dai venti prevalenti che soffiano verso l'Europa. Raffreddandosi dunque gradualmente, prosegue il suo percorso e si diffonde verso le isole britanniche e la Scandinavia.

Secondo varie teorie e osservazioni, essa arriverebbe addirittura fino alla Groenlandia e si unirebbe alla corrente artica, riportandola verso il “Labrador” e completando così il suo giro dell'Atlantico. Da questa illustrazione vediamo che in realtà siamo lontani da questa immagine di tunnel sottomarino che attraversa l'Atlantico. Non appena si allontana dalla costa americana, essa dipende solo dai venti e da altre correnti. Rimanendo tuttavia un anello importante nella circolazione termo-alcalina dell'Atlantico.

 Origine

Il “Gulf Stream” nasce dalla congiunzione di 3 correnti principali:

  • la Corrente Nord Equatoriale che sale dalle Indie Occidentali da sud-est.
  • la corrente cubana che arriva da sud.
  • la corrente della Florida che viene dal Golfo del Messico da ovest.

Senza poter identificare chiaramente la sua origine, si stima che la sua nascita abbia avuto luogo quando l'istmo di Panama si chiuse, ossia circa 4,1 milioni di anni fa.

Probabilmente osservata e conosciuta già dalle popolazioni amerindie che vivevano nella parte meridionale della costa orientale americana, fu scoperta poi dagli occidentali e contemporaneamente in Florida da Juan Ponce nel 1513. Egli infatti notò che avvicinandosi alla costa le sue navi venivano letteralmente spazzate verso nord da una potente corrente. La prima persona a studiarla e documentarla veramente vide il suo volto stampato sulla banconota da 100 dollari. Parliamo di un certo Benjamin Franklin nel 1770.

Effetti sull'ambiente

Osservando una mappa del mondo o un planisfero, si può constatare che Madrid e New York e, un po' più a nord, Parigi e Montreal si trovano quasi sullo stesso parallelo ma il clima di queste città è differente! C'è una credenza popolare che ritiene che questa differenza climatica sia causata dalla Corrente del Golfo, ossia dall'acqua calda che sale dai Caraibi e l'acqua gelida che scende giù dal Nord.

In realtà, parrebbe che questo impatto sia abbastanza limitato. Studi recenti dimostrano piuttosto che è la circolazione atmosferica la principale responsabile (almeno l'80%) delle variazioni del clima tra questi due continenti. Oltra al clima, sono soprattutto la fauna e la flora che subiscono i maggiori effetti climatici generati da queste correnti. La corrente del Golfo trasporta con sé preziosi nutrimenti e composti organici dai Caraibi, in particolare dalle zone paludose della Florida, di cui beneficiano piante e animali marini. Un certo numero di animali approfitta anche della corrente per facilitare le loro migrazioni.

Al largo della costa di Terranova, l'incontro tra le acque calde di superficie e l'aria fredda dell'estremo nord crea invece la famosa nebbia dei “Grand Banks”, una zona di acque prevalentemente poco profonde, reputata per essere una delle zone di pesca più ricche del mondo.

Minacciato?

Come illustrato sopra, la sua esistenza è il risultato di un equilibrio di vari fattori come la temperatura, la differenza di salinità e i venti, insomma un equilibrio abbastanza delicato, sensibile alle variazioni che lo possono rendere molto fragile.

Il riscaldamento globale pone due problemi principali:

  • Un aumento globale della temperatura dell'acqua, che riduce il contrasto dal quale il “Gulf Stream” si "alimenta".
  • Un'accelerazione dello scioglimento dei ghiacci, portando a un rilascio significativo e rapido di acqua dolce nel mare.
  • Le acque sempre meno saline del nord spingeranno dunque le acque più calde sempre più a sud.

La comunità scientifica rimane comunque cauta su questo fenomeno, poiché, data la complessità e la vastità dell’argomento, i dati differiscono da uno studio all'altro. Da quando vien studiata, la Corrente del Golfo ha presentato fluttuazioni abbastanza regolari nella velocità e nella traiettoria ma si è appurato che queste oscillazioni di valori stanno diventando sempre più importanti.

Data la sua età stimata, sembra probabile che la nostra corrente abbia vissuto fasi di arresto nella sua storia, avvenute tra ere glaciali e riscaldamento globale e che le sue variazioni possano essere all’origine di queste ere.

In un pianeta equilibrato con un riscaldamento graduale, le specie vegetali e animali hanno il tempo di adattarsi e di evolvere per far fronte a questi cambiamenti. Ma per gli ecosistemi già sotto stress a causa dell'eccessivo inquinamento delle acque e della pesca intensiva, il futuro per tutto ciò che in essi ci vive appare difficile. Quindi, anche se un arresto improvviso della Corrente del Golfo avesse un effetto sul clima, non è su di noi che questi cambiamenti avrebbero l'effetto maggiore. In 300.000 anni di esistenza, 5.000 anni di civiltà e 150 anni di industria, l'Homo Sapiens, con i suoi pollici opponibili e il suo cervello sovradimensionato, brilla ancora per la sua capacità di costruire e, soprattutto, di distruggere ciò che crea e lo circonda.

Insomma, senza molti discorsi filosofici e scientifici, per capirsi in termini semplici e concreti, stiamo “tagliando il ramo su cui siamo seduti” o stiamo bucando il fondo della barca su cui navighiamo facendo entrare acqua!

E non tutto si può assicurare con una polizza!

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