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08/31/2021
Prevenzione | Navigazione

L’ormeggio perfetto, o quasi…

Che si tratti di una breve sosta in mezzo al mare o di un pernottamento nelle baie paradisiache, ogni giorno migliaia di ancore scendono e risalgono dall’ acqua sulle coste marine. Lasciare l’ancora parrebbe un gesto banale e scontato che invece richiede esperienza e attenzione perché tutto fili liscio senza problemi. Innanzitutto l’ormeggio influisce sulla sicurezza dei nostri passeggeri. Un ormeggio ben fatto garantisce alla barca una buona stabilità e il confort necessario ai passeggeri per approfittare di questa sosta e godersi svago e relax.

Un ormeggio poi, ha conseguenze dirette sul fondale marino. Ogni volta che un’ancora scende si apre una ferita sul fondale che può avere conseguenze più o meno gravi per l’ambiente a seconda della sua tipologia. Alcune semplici regole ci permetteranno di ben ormeggiare e di rispettare al meglio i fondali dove stazioneremo. Un buon ormeggio inizia con l’attenta osservazione della zona in cui ci troviamo, tanto a livello delle coste che dei fondali, senza tralasciare le correnti marine ed atmosferiche specifiche.

Come scegliere la zona di ormeggio:

  • Scegliere di preferenza una zona protetta dalle correnti marine e dai venti.
  • Valutare attentamente la profondità al fine di determinare con esattezza la lunghezza di catena da dare (ricordiamo il principio semplice che la lunghezza della catena deve corrispondere a circa 3 – 4 volte la profondità e al tipo di ancora utilizzato)
  • Verificare che l’area circostante permetta all’imbarcazione di muoversi senza provocare danni a sé o ad altre imbarcazioni limitrofe oltre che intralciare la circolazione nella zona.
  • Scegliere un fondale compatibile con il nostro tipo di ancora
  • Caliamo sempre la scaletta di poppa, metti che siamo tutti in acqua a fare il bagno e il capitano si è addormentato a bordo….

NOTA: anche se ormeggiare sembra un gesto semplice e banale, manipolare un’ancora e la sua catena rappresenta fonte di incidenti e ferite spesso gravi. Durante le fasi di ormeggio utilizziamo sempre guanti e calzature adeguati che sistemeremo a portata di mano nel gavone dell’ancora.

Procedure di ormeggio:

  • Avanzare dolcemente contro vento (o controcorrente)
  • Lasciare l’ancora alla verticale del punto scelto
  • Quando l’ancora tocca il fondale, lasciare derivare la barca permettendo all’ancora di “prendere fondo”. Se la corrente o il vento non fossero sufficienti utilizzeremo la retromarcia.
  • Verifichiamo che l’ormeggio sia stabile, ossia che l’ancora abbia “preso fondo” tramite riferimenti a terra ed il compasso oppure il GPS.

In questo modo potremo verificare se l’ancora “ara”. Se l’ormeggio dovesse durare qualche ora o più, sarà necessario effettuare delle verifiche periodiche dello stesso. Nota: sicuramente molti di noi utilizzano a supporto diverse applicazioni per smart-phone disponibili sul web per sorvegliare l’ormeggio ed allertarci quando lo stesso dovesse registrare spostamenti rispetto all’area stabilita. Sono molto utili quindi non esitiamo ad utilizzarle ma ricordiamoci che non devono sostituirsi a un controllo periodico diretto dell’equipaggio.

  • Durante l’ormeggio diurno ricordiamoci di esporre la palla nera di ormeggio mentre durante l’ormeggio notturno, dobbiamo accendere la luce di ormeggio visibile su 360°.


Cosa ne pensano i fondali?

I nostri fondali dicono chiaramente che per la loro bellezza e la salvaguardia del mare l’ormeggio rappresenta una vera a propria maledizione!

In effetti, il numero sempre crescente di barche ancorate vicino alle coste ha un impatto disastroso sulla flora e la fauna. Da alcuni anni, i letti di alghe Fanerogame Marine sono in netto declino. Essi sono una parte essenziale del meraviglioso ecosistema mare. Più che un rifugio per la fauna, rappresentano una importantissima fonte di cibo e di ossigenazione per diverse specie che li popolano. Possiamo fare finta di nulla e dirci di non saperlo, ma ogni volta che gettiamo l'ancora in mezzo a questi letti di alghe, le conseguenze sono spesso catastrofiche. Le ancore alla lenta deriva scavano solchi profondi. Poiché la maggior parte di queste specie cresce lentamente, la natura può impiegare diversi decenni per cicatrizzare il danno di un ormeggio di 1 ora per fare due tuffi in mare.

Nel nostro Mediterraneo è la Posidonia a destare particolare preoccupazione. Questa pianta endemica (non è un'alga, ma una pianta da fiore) viene letteralmente devastata dalle ancore. In risposta a questo problema, alcune autorità marittime del Mediterraneo hanno stabilito regole di ormeggio più severe per la protezione dei fondali.

Queste misure mirano a ridefinire le aree protette e a inasprire la pena per il mancato rispetto delle norme.

Curiosità: sempre più zone di ormeggio sono equipaggiate di gavitelli specifici appositamente concepiti e posati nelle baie per ridurre l’impatto delle ancore sui fondali. Non esitiamo ad utilizzarle anche se l’utilizzo richiede un piccolo pegno al suo gestore (comunque per lo più tariffe corrette e simboliche). Questi gavitelli sono spesso molto più sicuri della nostra ancora facilitandoci anche e notevolmente lo stazionamento evitandoci complicate manovre con l’ancora dai risultati spesso scadenti che rendono all’ormeggio insicuro e pericoloso.

Concludendo, l’ormeggio è una parte fondamentale per la riuscita di una crociera, e può essere fatto in sicurezza rispettando poche e semplici regole. Allo stesso tempo, ricordiamoci che ogni volta che un’ancora tocca un fondale provoca sempre un impatto ambientale per lo stesso.

Visto che la bellezza di un ormeggio è data dalla baia dove ci troviamo, dobbiamo rispettare il fondale che ci accoglie perché sia sempre in forma per far vivere il nostro meraviglioso mare.

E buon ormeggio a tutti!

 

 

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